La migliore frutta esotica “italiana”

Mix di frutti esotici

Se frutta come la mela e la pera sono frutti difficilmente considerati esotici, forse perché ne esistono tantissime varietà – ad esempio in Colombia si trova la mela verde (Granny Smith) importata dal Cile o dagli USA, però esistono anche le mele diffuse a livello locale, chiamate “manzanas de agua” – frutti come il corbezzolo o la giuggiola sono invece definibili a tutti gli effetti “esotici” fuori dall’Italia o addirittura fuori dalla loro regione di provenienza.

In Puglia ad esempio il fico d’India è molto diffuso mentre nelle regioni dell’Italia Settentrionale può ritenersi un frutto esotico e lo stesso discorso può valere per l’arancio tarocco siciliano. Ma, ad esempio, curiosamente, il fico d’India è molto diffuso in Perù con il nome di “tuna”, quindi in questo paese non può considerarsi esotico, invece l’arancio tarocco sì.

Da tutte queste considerazioni mi è venuta l’idea di parlare anche di questi frutti non uniformemente conosciuti o diffusi.

Elenco dei frutti esotici nostrani

Vediamo un elenco di tutti i frutti da noi abbastanza diffusi (magari molto diffusi in alcune regioni d’italia) che in altre regioni, nazioni o continenti potrebbero non esserlo altrettanto.

Caco mela (o caco Fuyu, caco vaniglia)

Cachi mela
Caco mela

Origine: Asia

Questo frutto ha avuto negli ultimi decenni una discreta diffusione anche in Italia. Viene spesso denominato caco mela (o caco vaniglia) ma non deriva dall’incrocio del caco con la mela.

I cachi sono spesso indicati come “il frutto degli dei” e c’è una discreta quantità di storia e mitologia che circonda il frutto. Generalmente il caco deve essere morbido prima di poter essere mangiato – il caco Fuyu è una varietà di caco particolare perchè rimane dolce e gustoso anche quando è sodo, e non è astringente. Personalmente preferisco la varietà di cachi più classica.

Nespola giapponese

Nespola
Nespola

Origine: Cina

Le nespole del Giappone – contrariamente a ciò che suggerisce il nome – provengono dalla Cina, ma crescono bene anche in Italia e personalmente ne avevo una pianta nel giardino dei nonni.  

Il frutto è arancione dolce e succoso con grandi semi marroni nel mezzo. Il sapore ricorda altre drupacee (di questa famiglia sono il pesco, il susino, l’albicocco, il mandorlo e il ciliegio) con note floreali.  

La nespola giapponese, nella forma, assomiglia a un’albicocca e, come l’albicocca, ha colore tra il giallo e l’arancione.

Si mangia la polpa gialla del frutto. Gli alberi di nespolo, contrariamente alla maggior parte degli alberi da frutta, fioriscono in inverno.

I frutti iniziano a maturare a maggio, ed infatti sono i primi della stagione. Il sapore è più aspro se viene raccolto quando il frutto è completamente giallo, prima che inizi a diventare arancione, e spesso è in questa fase che le nespole giapponesi vengono messe in vendita.

Il frutto ha anche una buccia molto sottile, che può essere rimossa. Tuttavia, rimuovere la pelle può essere difficile e complicato, quindi la maggior parte delle persone mangia la nespola con la buccia.

Pomelo (o pampaleone, sciaddocco)

Pomelo a fette
Pomelo

Origine: sud-est asiatico, Malesia

Originario dell’Asia ma diffuso in Sicilia, il pomelo è uno dei più antichi frutti in assoluto. La sua specie – citrus maxima – è ritenuta una delle tre da cui hanno avuto origine tutti gli agrumi ad oggi conosciuti. In particolare il pomelo è considerato un antenato del pompelmo, anche se secondo alcuni in realtà, quest’ultimo è solo la versione mediterranea del pomelo.

Diversamente da altri agrumi, il pummelo (altro nome con cui viene chiamato in Sicilia), ha un aspetto piriforme, ed uno di questi frutti può arrivare a pesare 4 kg.

Il gusto è simile al pompelmo, ma rimane più dolce ed ha delle note che ricordano il cedro.

Fico d’India

Fichi d’india

Origine: Messico

Il fico d’India, a differenza di quello che può far credere il nome, non è originario dell’India bensì del Messico. Non è apparso in Europa prima del diciannovesimo secolo, dove a partire dagli orti botanici si è espanso per tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia è particolarmente diffuso in Sicilia – dove è ormai diventato parte iconica del paesaggio – Puglia, Calabria e Sardegna.

Sebbene in Italia il frutto viene coltivato per la commercializzazione dello stesso, in altre aree dove è diffuso – ad esempio il Perù – viene principalmente coltivato per essere strumento utile all’allevamento della cocciniglia da carminio, insetto al quale il fico d’India è tollerante e che viene utilizzato per la produzione del colorante rosso cocciniglia.

Questi frutti crescono su fusti composti da cladodi – le cosiddette “pale” – e così come quest’ultime sono spinose, anch’essi sono spinosi (anche se sono due tipi di spine diversi) e vanno sbucciati con attenzione.

Corbezzolo (o corbezzole o albatre o arbutus unedo)

Corbezzolo
Corbezzolo

Origine: paesi che si affacciano sul Mediterraneo

Il corbezzolo è un albero da frutto molto amato nella nostra tradizione contadina. E’ una specie selvatica, tipica della vegetazione della macchia mediterranea. Può essere coltivato con facilità anche in frutteti.

Una caratteristica particolare dell’albero di corbezzolo, è che fiorisce e fruttifica allo stesso tempo, ed essendo i fiori bianchi ed i frutti rossi, insieme alle foglie verdi, si crea la cromaticità della bandiera d’Italia: ecco perché quest’albero è considerato uno dei simboli patri italiani.

Secondo alcuni è proprio il corbezzolo a dare il nome al Monte Conero, promontorio dell’Adriatico sulle quali pendici sorge Ancona. Il nome “Conero” deriverebbe infatti dal greco kòmaros, traducibile proprio con “corbezzolo”. Ed è molto probabile che sia così, considerando che tra la vegetazione presente spiccano in maniera importante gli arbusti di corbezzolo, dando un aspetto caratteristico al paesaggio.

Lampone

lamponi
Lamponi

Origine: Europa continentale ed Asia Minore

Il lampone è uno dei frutti di bosco più diffusi e conosciuti, eppure essendo una pianta che maltollera siccità e temperature troppo alte, esso è considerato esotico in tutti i paesi caldi e tropicali. È una pianta cespugliosa, formata da tanti polloni che sorgono dalle radici, e le sue foglioline, caduche, sono ovali, verde scuro e seghettate.

I lamponi tendono ad avere un gusto morbido e succoso. Quando sono maturi, hanno un sapore aspro e dolce, particolarmente indicato anche per la preparazione di sciroppi, marmellate e gelatine.

Non solo i frutti del lampone sono ricchi di vitamine e proprietà, anche le foglie: vengono infatti utilizzate spesso nella preparazione di tè medicinali.

Mirtillo (o vaccinium)

Mirtillo nero

Origine: Nord America ed Europa settentrionale

I mirtilli sono frutti di bosco diffusi nei paesi dai climi temperati-freddi, e vengono considerati frutta esotica nei paesi caldi e tropicali. Anche se quando si parla di mirtillo si pensa al mirtillo nero (vaccinium myrtillus), esistono anche altre due varietà (e poi anche varie sottocategorie di ognuna) che sono il mirtillo rosso americano (vaccinium macrocarpon), anche detto cranberry, e il mirtillo rosso (vaccinium vitis idaea), in inglese “lingonberry”.

Il mirtillo (nero) è noto per essere un frutto dalle mille proprietà, tra queste quella più celebre è quella di essere un prezioso alleato per la vista: supplementi a base di mirtillo vengono spesso usati per il trattamento di vari disturbi oculari e retinopatie, e per migliorare la visione notturna (infatti questo frutto possiede un’alta quantità di antocianosidi, i quali hanno affinità con lo strato dei fotocettori responsabili dell’adattamento visivo giorno-notte).

Sono molto popolari i succhi, le marmellate e le salse a base di mirtillo, ma oltre a ciò questo frutto è stato utilizzato sin da tempi remoti come colorante.

Giuggiola (o dattero cinese o zizzolo)

giuggiole
Giuggiole

Origine: Africa settentrionale, Siria

Presente in Italia sin dai tempi degli antichi romani, la giuggiola è un frutto della grandezza di un’oliva e dal sapore che cambia molto in base al grado di maturazione. Se consumata ancora non matura ricorda la mela, con il procedere della maturazione – quando la pelle si presenta leggermente raggrinzita – il gusto della giuggiola acquisisce dolcezza e si trasforma al punto da assomigliare al dattero.

In Italia, nel Veneto, è famosa una bevanda chiamata “brodo di giuggiole”, un liquore leggero a base di giuggiole appassite ed altri frutti autunnali. Durante l’epoca dei Gonzaga questo elisir era particolarmente apprezzato ed è da lì che deriva la famosa espressione “andare in brodo di giuggiole”, cioè andare in estasi.

Ottime in caso di insonnia ed utili alla digestione, le giuggiole sono un frutto molto ricco di vitamina C ed ampiamente utilizzato nella medicina tradizionale cinese.

Arancia rossa

Arance rosse – Foto di Any Lane da Pexels

Origine: Sicilia

Esistono vari tipi di arance rosse, quelle denominate IGP come arance rosse di Sicilia sono le varietà Tarocco, Moro e Sanguinello.

Il sapore dell’arancia rossa è migliore a maturazione e può variare a seconda della varietà. Normalmente le arance rosse sono dolci e un po’ aspre. Possono essere più o meno fruttate (cioè con un retrogusto ai frutti di bosco). 

Le proprietà delle arance rosse sono note, contengono vitamina A utile per la pelle e tanta vitamina C (il 40% in più rispetto alle arance bionde) che aiuta l’organismo nella prevenzione di malatttie e virus e protegge dai radicali liberi. Le arance rosse inoltre depurano e rimineralizzano l’organismo aiutando il fegato a smaltire i grassi. Contengono anche magnesio che aiuta il sistema nervoso e il potassio che ha un effetto diuretico.

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